Sogno e letteratura. Poetiche dell’onirismo moderno nei testi e nei manifesti del primo Novecento

Nella prima metà del Novecento, in linea con una tendenza europea più generale, la letteratura italiana si dimostra particolarmente permeabile alla tematica dell’onirismo. Partendo da una riflessione teorica su come reagisce la letteratura agli innumerevoli studi sul sogno e sul sonno pubblicati in Europa a partire da fine Ottocento (Freud, Ellis, De Sanctis, Lombroso, Sighele), emerge l’originalità del trattamento del mondo onirico tra il 1900 e il 1940. Il sogno diventa una specie di chiave di volta dell’immaginario della modernità, come dimostrano le incursioni degli studi di Béguin, Bergson, Calgari e Praz. Se la letteratura ha sempre parlato di sogni e di sonno, la modernità letteraria tra fine Ottocento e inizio Novecento crea un canone intorno alla produzione teorica e poetica che parla come il sogno. La frammentazione, la prosa poetica, l’intercambiabilità tra realtà e finzione, l’arbitrarietà, l’ossimoro e la contraddizione diventano l’alfabeto di base del nuovo ‘stile del sogno’, che contamina poesia e prosa, estendendosi ai vari testi manifestari dell’epoca. Gli autori analizzati appartengono essenzialmente alla modernità e alle avanguardie – futurismo, frammentismo, immaginismo, neoromanticismo e metafisica: Boine, Betocchi, Canudo, Cavacchioli, De Chirico, Depero, Evola, Marinetti, Martegiani, Paladini, Papini, Pirandello, Prezzolini. 

Tania Collani è professore associato presso l’Université de Haute-Alsace (Francia). Specialista delle avanguardie europee (Le Merveilleux dans la prose surréaliste européenne, Hermann, 2010), si occupa di analisi e teoria della ricezione e traduzione nell’ambito letterario europeo della prima metà del Novecento. Traduttrice verso l’italiano di due romanzi di René Crevel e Robert Desnos, ha consacrato riflessioni su critici e autori come Bo, Camerino, Marinetti, Boine, Malaparte.


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